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Per gli arabi era GAWSIT che significa “luogo dell’acqua dolce”, un sicuro approdo per le navi per sostare e rifornirsi lungo la costa.

Quella di Guaceto è la più grande delle torri tipiche del Regno in Terra d’Otranto.Ha pianta quadrata 16 x 16 metri all’esterno e 9,50 x 9,50 metri all’interno, ed è munita di 3 larghe caditoie per lato e di 4 piccole caditoie quadrate per ciascun lato su tutti i barbacani. Comunica visivamente  con Torre Santa Sabina a Nord-Ovest e con Torre Testa a Sud-Est.

Fu costruita intorno al 1300 ad opera di Carlo d’Angiò, che fortificò l’intero territorio, per contrastare gli sbarchi dei saraceni.Guardando a Sud verso Apani le piccole isole o meglio gli scogli affioranti sono gli ultimi testimoni di una grande laguna che oggi non c’è più, utilizzata nei secoli come approdo naturale. Gawsit era un Eden dove non mancava nulla, pesce e selvaggina in abbondanza, una natura rigogliosa e accogliente, ecco perché le prime testimonianze dell’uomo risalgono già all’età del bronzo (XXII – XI sec. a. C.). Nell’VIII secolo vi si insediarono i Messapi, poi i romani lo utilizzarono come porto lungo la via Traiana, da qui si caricavano le anfore di olio e vino per il porto di Brindisi da dove poi partivano per tutto il Mediterraneo.

Le prime azioni a tutela dell’area si devono alla marchesa Luisa Romanazzi Carducci quando negli anni Settanta entrò nel direttivo del WWF Italia. Proprio WWF e i suoi volontari lottano tutt’oggi perché questo tratto di costa rimanga un’area protetta, una delle più belle della Puglia e del Mediterraneo.